domenica 28 aprile 2019

Lettera a Greta Thunberg


Carissima Greta,
Da www.focus.it

la trasmissione Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli, ci ha riproposto la tua faccia pienotta, paffutella, spirante simpatia, gli occhi limpidi, illuminati dalla luce di chi guarda lontano, di chi, appena sedicenne, si è fatta carico di un problema tanto urgente quanto di non facile soluzione, in quanto viene a confliggere con determinati interessi, intesi solo al proprio tornaconto e del tutto incuranti e disinteressati al benessere collettivo.
Il problema della crisi climatica non è una novità, e non è questione da poco. L’aumento della concentrazione di anidride carbonica causata dalle attività antropiche e l’aumento della temperatura che ne deriva sta portando e porterà più e più agli sconvolgimenti climatici di cui vediamo già le avvisaglie. E non è il caso dunque di insistere.
Su domanda di Formigli che impressione ti avesse fatto Roma, ti sei aperta ad un largo, luminoso sorriso. Sei rimasta favorevolmente impressionata dai modi schietti, cordiali, calorosi della gente, così distanti e diversi dai comportamenti svedesi.
Hai avuto l’onore di essere ricevuta da papa Francesco, che ha avuto per te parole di ammirazione e, insieme, di incoraggiamento.
Il problema da te affrontato è da far tremare le vene e i polsi, e da disanimare chiunque non abbia la ferrea determinazione di cui stai dando prova.
Mostri tuttavia tale e tanta intelligenza da non farti soverchie illusioni su politici – più propriamente definibili come politicanti, politici da strapazzo – che fingono interesse a una cosa che, in realtà, non li tocca nemmeno di striscio.
Qualcuno parlerà (sparlerà) di utopia, di sogni ad occhi aperti, di cose che non stanno né in cielo né in terra. Questo qualcuno, che poi saranno qualcuni, non si lascia neppure sfiorare dal pensiero che proprio di utopie c’è gran bisogno a questi chiari di luna, in questi grami tempi nei quali il guicciardiniano particulare la fa da padrone di coscienze rattrappite, anchilosate, interamente votate all’inerzia e alla passività.
Costoro non si rendono conto che hai dato vita a un movimento d’opinione e d’azione che coinvolge migliaia di giovani, più pensosi e serii degli adulti in fatto dei destini della οἰκουμένη, vale a dire del pianeta che ci è toccato in sorte e che, a sfigurarlo e sfregiarlo, si spendono fior di energie e di quattrini.
Ragazze determinate come te non possono che suscitare simpatia. Quella simpatia che si coglieva nello sguardo di Formigli, e ipotizzabile nei milioni di telespettatori che hanno avuto la fortuna di conoscerti meglio.
Domenico Franciò