Un campionario o, se si vuole, un collage di “figure” le più diverse, svarianti da un campo all’altro dell’attività umana: dallo spettacolo (teatrale, cinematografico, sportivo) alla letteratura, fino all’anonimo del quotidiano. Ciascuna, in prima persona, rievoca momenti e tratti significativi della sua esistenza, alcune si limitano a dire solo di un cruccio o di una spina non del tutto risolti.
L’idea di penetrare nella intimità viva e delicata e talora dolente delle accarezzate figure pare concretarsi in un disegno “preterintenzionale”, rivelativo di qualcos’altro. L’impressione è che dall’ascolto dei singoli “parlanti”, predisposto a coglierne la cifra più segreta e appassionata, venga a delinearsi sull’apparente dispersività delle non poche confessioni un quadro relativamente solidale di sentimenti, di fatti, di pensieri. Di cultura, in una parola.
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