[fotografia tratta da http://www.gazzetta.it] |
Abbiamo assistito
per televisione alla formidabile prova che Vincenzo Nibali, il grande campione messinese
che si divide tra Sicilia e Toscana, ha dato dopo tanti incidenti che l’avevano
portato al punto di abbandonare la corsa. Ma, come ben sappiamo, l’uomo, l’uomo
vero, forte, autentico si vede nelle difficoltà. Queste difficoltà, oggi, 27
maggio 2016, Nibali, con una gara giudiziosa di altissimo livello tecnico in
cui ha dato tutto se stesso fino allo stremo delle forze, s’è non solo
aggiudicata la tappa ma ha ridotto a soli 44 secondi il distacco dalla maglia
rosa. E domani con un’altra impresa delle sue – tocchiamo ferro – potrebbe vincere
tappa e giro d’Italia.
Le telecamere lo
hanno inquadrato alla fine della corsa, con il petto scosso da singhiozzi
irrefrenabili quanto salvifici, e i suoi amici che cercavano di confortarlo. Il
ciclismo è lo sport più massacrante che ci sia. Sì, puoi contare sull’apporto e
sull’aiuto dei compagni, ma, al momento di attaccare per rosicchiare minuti su
minuti agli avversari, sei solo, spaventosamente solo, con la tua voglia matta
di vincere e perfino, se possibile, stravincere.
Il suo pianto
tradiva però un immenso dolore: a Sant’Agata, sul litorale messinese, era
accaduta una terribile disgrazia che aveva stroncato la vita di Rosario, un
bambino falciato da un camion della spazzatura mentre correva in bicicletta. Certo,
non lo si è fatto apposta – ci mancherebbe – e con ogni probabilità l’autista
sarà il primo a piangere la malasorte (δυστυχία) di quel bambino; che – a detta
dei competenti – aveva la stoffa del campioncino.
E dunque la nostra
idea è questa: che il buon Vincenzino domani, pensando al giovanissimo amico
scomparso in modo così drammatico, voglia ripetere la bellissima performance di
oggi, per dedicargli vittoria di tappa e giro. Dai Vincenzino, sei tutti noi! Noi
tutti siamo con te per godere insieme una vittoria che è non solo sportiva, ma è
la vittoria del bene sul male.
Domenico
e Marcello Franciò
P.S.
Noi solo questo possiamo
fare di fronte all’incredibile tragedia che ha gettato nel più profondo dei
dolori genitori e i parenti del bambino, unirci nella preghiera, affinché Iddio
li salvi dalla disperazione inconsolabile, e confidare, soprattutto, nella
imperscrutabilità della Divina Provvidenza. E non dimentichiamo quei bellissimi
versi manzoniani esprimenti la solidarietà e la condivisione del Signore su
Napoleone moribondo: «il Dio che atterra e suscita, / che affanna e che
consola, / sulla deserta coltrice / accanto a lui posò».
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