«L’uomo è condannato o a
consumare la gioventù senza proposito, la quale è il solo tempo di far frutto
per l’età che viene, e di provvedere al proprio stato o a spenderla in
procacciare godimenti a quella parte della sua vita, nella quale egli sarà più atto
a godere»
(Giacomo Leopardi, Zibaldone)
A
“Ballando con le stelle”, la trasmissione televisiva condotta da Milly
Carlucci, è successo qualcosa di straordinario che ha emozionato e commosso gli
spettatori presenti in studio, la giuria e, senza dubbio alcuno, gli spettatori
pantofolati a casa.
Un
giovane aitante ha confessato un episodio agghiacciante che ha segnato in lungo
e per largo la sua vita, imprimendovi una svolta decisiva. Un gruppo di bulli
l’ha messo in centro e gli ha sputato ripetutamente in faccia. Il giovane rimane
sconvolto, pietrificato da quel gesto di estremo disprezzo oltre che
estremamente volgare. Ma, siccome dal male si può trarre il bene, quel fatto
increscioso e ributtante, così disumano, così contrario al rispetto dovuto ad ogni
essere umano, che, forse, per un altro più fragile e meno attrezzato spiritualmente
avrebbe avuto il costo di una frustrazione eterna, lui l’ha capovolto e ne ha
tratto la forza necessaria a costruire la sua personalità, come dire la sua
identità d’uomo che si colloca all’interno di una comunità civile.
I voti
altissimi sono stati la prova lampante che la coraggiosa confessione aveva turbato
emozionato commosso l’intera giuria sicché sulla motivazione tecnica della
performance ha prevalso e fatto aggio una ratio,
una ragione squisitamente umana. Ecco allora come una trasmissione, improntata
e programmata per il facile divertimento, si riscatta, e manda un ‘messaggio’
che va al di là della mera valutazione specifica. Il giovane, faccia pulita,
occhi limpidi e sensibili, ha conquistato tutti. Può essere questo l’inizio di
una inversione di tendenza. Male non è certo abbinare al divertimento e alla
gioia degli occhi per tanta esibita bellezza questa lezione di pulizia morale, una
speranza di condivisi sentimenti e di valori ancor vivi e autentici.
Domenico Franciò
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