Può capitare
che, a distanza di anni, ti ritrovi tra le mani un libro che da qualche
sottolineatura capisci di aver leggiucchiato e poi accompagnato nell’angolo più alto della libreria.
Uno sguardo qua,
uno sguardo là, ed ecco sei preso nella pania: non lo mollerai, non ti mollerà.
E pensi intanto a quanto di prezioso hai trascurato e se n’è rimasto per tanti
anni rintanato in suo cantuccio: la sovrapposizione o concomitanza di altri
interessi, tenuti più urgenti e immediati, ne aveva decretato l’inesistenza, o
– che è peggio – esistenza da larva.
Il libro è di
qualità, vi leggi cose che ti portano in alto, ti fanno respirare aria buona. E
ti rimorde d’essere stato incauto, superficiale, ingiusto. Ma così grande la
gioia del ritrovamento – un amico, una cosa cara come la dracma evangelica,
l’agnello smarrito – che ogni altro sentimento dilegua, o viene risolutamente
messo alla porta.
Domenico
Franciò
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